Satoru Iwata è sempre stato circondato da un alone leggendario nella community Pokémon. Nulla di cui sorprendersi: senza di lui non avremmo avuto Kanto in Pokémon Oro e Argento. Le sue abilità nella scrittura del codice hanno salvato una Game Freak pronta ad implodere. Ma in realtà, la storia è un’altra.
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Satoru Iwata scrisse un algoritmo che aiutò lo sviluppo di Pokémon Oro e Argento, ma questo non permetteva di inserire più dati di gioco, bensì velocizzava le battaglie e i tempi di caricamento. Il codice risparmia al giocatore frazioni di secondo che migliorano di molto la qualità del gioco. Basta vedere la differenza tra la demo Spaceworld del 97 e il risultato finale: una differenza abissale che salva il giocatore da tempi di caricamento terrificanti. Iwata stesso lo definisce nel codice “high-speed algorithm”.
Come ha fatto dunque Game Freak ad inserire Kanto se non è stato merito di Iwata?
È stato il passaggio da una cartuccia Game Boy da 0.5 megabyte ad 1 megabyte. I giochi di seconda generazione potevano contare del doppio dello spazio rispetto ai precedenti. Il contributo di Iwata ha permesso a Game Freak di risparmiare tempo sull’ottimizzazione dei giochi e di concentrarsi su tutti gli altri aspetti necessari per dare al mondo i sequel che aspettavano. Non qualcosa di leggendario come inserire un’intera regione in più, ma un aiuto essenziale giusto da ricordare, che ha permesso a Nintendo di capitalizzare sulla Pokémon Mania finché il ferro era caldo.